Filth test

 

FILTH TEST

 

Il crescente interesse e sensibilità del consumatore verso i problemi alimentari ha aperto un ampio dibattito sugli aspetti relativi alla qualità degli alimenti. Istintivamente la qualità viene associata ad una idea di bontà, eccellenza, e termini come genuinità, freschezza, tipicità ecc. sono spesso considerati sinonimi. Oggi più concretamente, il concetto di qualità tende ad essere inteso nel senso di "qualità globale", volendo con tale termine non restringere il campo alle proprietà organolettiche o ad altri aspetti edonistici dell'alimento ma fare nel contempo e soprattutto riferimento alle sue caratteristiche igienico-sanitarie o di sicurezza d'uso.

 

Com'è noto gli indici presi in esame per valutare la qualità igienico-sanitaria di un alimento, anche se numerosi e differenziati, fanno massimamente riferimento al contenuto quali-quantitativo in microorganismi, incluse le muffe, alla presenza di micotossine, residui, metalli pesanti e altri contaminanti. Fra quest'ultimi possiamo includere le impurità solide provenienti da inquinamenti accidentali di origine minerale e vegetale o da contaminazioni animali (insetti, roditori). La terminologia inglese usa la parola "Filth" (letteralmente sudiciume) per indicare il predetto inquinamento.

 

Il filth-test è un prezioso strumento per evidenziare la qualità igienica del prodotto e delle materie prime da cui deriva; questa analisi può essere considerata un mezzo per monitorare sia la materia prima, sia la sanità ambientale.

Il filth-test è quindi un'analisi degli alimenti con lo scopo di evidenziare la presenza di impurità solide, quali frammenti di Artropodi, peli animali, fibre tessili, ecc. La loro identificazione fornisce utili indicazioni circa la salubrità dell’alimento e le condizioni igieniche relative alle fasi della sua lavorazione e conservazione, e permette di stabilire l’idoneità o meno dell’alimento stesso al consumo umano. Il filth-test si effettua sulle principali matrici alimentari (farina, pasta, pelati, funghi, cacao, ecc.); la fase chimica vede l’impiego delle metodiche ufficiali; ad essa segue l’osservazione e il riconoscimento delle impurità con l’utilizzo dello stereoscopio e del microscopio.

 

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